La storia delle Mille Miglia la corsa più bella del mondo

DAL 1927 AL 1961

La leggenda della Mille Miglia ha origine alla fine del 1926, quandoquattro giovani appassionati di auto e gare (i “quattro moschettieri”),il Conte Aymo Maggi di Gradella, il suo amico, e primofinanziatore, Conte Franco Mazzotti, entrambi alla guida dellaneonata AC Brescia, Renzo Castagneto, dotato di ottime capacitàorganizzative e con un passato da pilota, e il giornalista GiovanniCanestrini della “Gazzetta dello Sport” idearono e progettarono laCorsa, in risposta alla mancata assegnazione a Brescia, loro cittànatale, del Gran Premio d’Italia. Fu scelto un percorso a forma di”otto” da Brescia a Roma e ritorno, su una distanza di circa 1.600 km(corrispondenti a circa mille miglia, da cui il nome).

Solo dopo la finedella prima Mille Miglia si decise, considerato l’enorme successo, diripetere la prova negli anni successivi.La prima storica edizione prese il via il 26 marzo 1927, con lapartecipazione di settantasette equipaggi, due soli dei quali stranieri(al volante delle minuscole Peugeot 5 HP spider). S’iscrissero invecealla manifestazione i migliori piloti italiani, oltre ad alcuni celebripersonaggi pubblici. Cinquantacinque vetture portarono a termine lacorsa, mentre ventidue furono costrette al ritiro. I vincitori dellaprima Mille Miglia furono Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi abordo di una OM, che completarono il percorso in 21 ore, 4 minuti, 48secondi e 1/5 alla media di Kmh 77,238.La Mille Miglia cresceva in popolarità e veniva delineandosi come ilgrande appuntamento delle corse su strada, nonostante le difficoltàeconomiche e le controversie internazionali vissute dall’Italia in queglianni.Dopo una prima sospensione della manifestazione nel 1939,conseguente ad un grave incidente occorso l’anno precedente in gara,che costò la vita a dieci persone, la corsa fu interrotta nel 1940, acausa della partecipazione dell’Italia alla seconda Guerra Mondiale.Venne in quell’anno comunque ancora disputata un’edizioneparticolare dell’evento, su un tracciato che collegava Brescia,Cremona e Mantova.La Mille Miglia si ripresentò in strada alle 14.00 del 21 giugno 1947,nell’Italia Repubblicana, e vide la vittoria di Biondetti in coppia conRomano sulla poderosa e potentissima “Alfa Romeo 8C 2900B aspirato berlinetta Touring”, con il tempo di 16 ore 16 minuti e 39secondi. Ma il record assoluto se lo aggiudicò il pilota inglese StirlingMoss che nel 1955 percorse i 1600 km in 10 ore e 8 minuti, alvolante di una Mercedes-Benz 300 SLR numero 722. Si narra che ilsuo navigatore, il barbuto giornalista Denis Jenkinson, compì unaricognizione del percorso, utilizzando per dirigere Moss durante lagara un artigianale, dettagliatissimo “radar”, scritto su una striscia dicarta lunga oltre 5 metri che si svolgeva da un rullo per avvolgersi suun altro, entrambi disposti parallelamente in una scatola.Nel 1957 la tragedia che segnò definitivamente la storia della MilleMiglia: la vittoria finale premiò Taruffi e la Ferrari, ma a Guidizzolo, inprovincia di Mantova, a meno di quaranta chilometri dal traguardo, ilpilota spagnolo Alfonso de Portago uscì di strada a quasi 300 km/hper lo scoppio del pneumatico anteriore sinistro, causando la morte dinove spettatori, fra cui cinque bambini, e perdendo la vita assieme alcopilota, il giornalista americano Edmund Gurner Nelson. Tre giornidopo il Governo italiano decretò la fine della Mille Miglia e delle corsesu strada aperta. A seguito dell’incidente Enzo Ferrari, costruttoredella vettura coinvolta nell’incidente, subì un processo che durò alcunianni dal quale uscì assolto. L’Automobile Club di Brescia effettuò untentativo per dare continuità alla corsa, ma di fronte all’ostracismodecretato da parte della Commissione interministeriale e allacontrarietà di parte dell’opinione pubblica choccata dopo l’incidente diGuidizzolo e della stessa stampa – che fino al giorno prima avevaesaltato la corsa -, gli organizzatori bresciani dovettero rinunciare aduna Mille Miglia di velocità e furono costretti a trasformarla in gara diregolarità con tratti a velocità libera, sul tipo di quella che era stata inpassato in Italia la Stella Alpina, o in Francia il Tour de FranceAutomobile, che, nonostante l’immane tragedia di Le Mans del 1955,riuscì a celebrare nel 1986 la sua cinquantesima e ultima edizione,mantenendo inalterata la formula originale.Le tre Mille Miglia disputate nel 1958, 1959 e 1961, purconservando il nome e approssimativamente la medesima distanza dapercorrere, ma senza un numero d’ordine e il tributo a FrancoMazzotti, si svolsero in maniera completamente differente dalleedizioni che le avevano precedute.

DAL 1977 AD OGGI

Nel 1977, per celebrare il cinquantenario della Coppa delle 1000Miglia, l’Automobile Club di Brescia organizzò il Rally 1000 Miglia sulle strade della provincia, riprendendo la formula dellamanifestazione di regolarità con prove di classifica di velocità, ideagià adottata nelle ultime tre Mille Miglia disputate a partire del 1958,ma codificata dalla FIA fin dagli anni Cinquanta per le gare checostituivano il campionato europeo Rally. In occasione di quelcinquantenario, sull’onda del crescente fenomeno del collezionismo diauto d’epoca, fu organizzata anche una rievocazione della corsa daBrescia a Roma e ritorno, riservata alle vetture storiche, stilando laclassifica finale sulla base dei risultati nelle prove di precisionedisposte lungo il percorso. La ripetizione della manifestazione,allungandone il tracciato, richiedeva, tuttavia, un’organizzazione chesi occupasse a tempo pieno e con ingenti forze, anche economiche,del suo allestimento.La nuova organizzazione esordì nel 1982 in occasione della secondarievocazione storica, la prima a ripartire dalla tradizionale pedana inviale Venezia, e nelle repliche del 1984 e del 1986. Il successo diiscrizioni, passate dalle 220 del 1982 alle 350 del 1984 costrinse nel1987 ad abbandonare la periodicità biennale in favore di quellaannuale.La rievocazione storica eredita dalla Mille Miglia di velocità non solo isimboli e alcuni punti del tracciato, ma soprattutto lo spirito, anche sela manifestazione odierna ha l’obiettivo di esaltare l’agonismo sottoforme diverse, non più legate alle prestazioni pure, masapientemente coniugato con il divertimento e il turismo.Nel rispetto di una manifestazione riservata a vetture d’epoca, dal1993 è obbligatorio l’uso di cronometri manuali, anziché quello disofisticati congegni elettronici di misura, inoltre a partire dal 1996,viene incentivata, attraverso opportuni coefficienti di classifica, lapartecipazione di vetture più anziane, meno competitive e di piùdifficile condotta.